Insegnare la transessualità: basta con la differenza tra sesso e genere

In ambito divulgativo, la differenza tra il sesso e il genere è il primo concetto con cui si introduce l’immagine della persona transgender. A volte, l’idea che il genere di una persona è diverso dal suo sesso è l’unica conclusione che si trae.

Per quanto questo possa essere accurato per una porzione minoritaria della comunità trasgender, non lo è in generale, e crea molti problemi. Infatti, uno dei primi esempi che si vede è la favola dell’uomo trans, il cui genere è maschile, ma il cui sesso è femminile.

Non suggerisco che il concetto non vada affrontato, ma che non dovremmo elevarlo come spiegazione unificata dell’esperienza transgender, e integrarlo con molti altri.

La differenza tra sesso e genere[1]La scioccante storia del concetto di Genere, Capitolo 1 – Genere è un concetto utile nel femminismo, ma è molto marginale nella comprensione della transessualità. La riduzione dell’identità sessuale ad un binario di sesso e genere non aiuta particolarmente le persone trans, lascia spazio alle pregiudizi esistenti, e aggiunge nuovi problemi.

1. Non mette in dubbio che il sesso di una persona sia un binario immutabile e oggettivo.

Per le persone cis lo può essere, ma è estremamente comune per una persona trans avere caratteristiche sessuali che non rientrano nel binario maschio/femmina. L’idea che dopo anni di terapia ormonale e chirurgie una persona trans sia biologicamente uguale a prima è un costrutto transfobico.

2. Permette una visione 50/50

Permette di pensare che il sesso di una persona abbia lo stesso valore del suo genere nel determinare se la persona è un uomo o una donna. Non combatte l’idea che una persona trans sia “a metà” tra un genere e l’altro.

Frasi come “Biologicamente maschio e psicologicamente femmina” incoraggiano a un dualismo cartesiano[2] Cartesio era un filosofo che pensava che l’anima e il corpo di una persona si trovassero in due realtà separate, in cui le due realtà non entrano in contatto.

3. Rafforza l’idea che il genere sia un sentimento.

Esiste l’idea che una persona trans non possa effettivamente vivere come il genere con cui si identifica. Non si considera che una persona trans può avere un aspetto, un comportamento, un ruolo sociale tipico del suo genere, e vivere in tutti i sensi come un membro del genere a cui appartiene, indipendentemente dai genitali.

Resta l’idea che la chirurgia genitale sia una trasformazione istantanea che non mette in dubbio il binarismo di genere, e che senza di essa si resti il genere assegnato alla nascita.

4. Consente un ulteriore binario

La mente del transfobico accetta facilmente che ci sono persone che “si sentono un altro genere”. Però vede il sesso come un fatto binario, oggettivo, scientifico e privo di bias. Dall’altro lato caratterizza il genere come ambiguo, astratto, un sentimento volatile, ininfluente e inaffidabile.

Fatto questo, utilizza il termine “sesso” al posto del termine “genere” per giustificare il bio-essenzialismo.

5. Il sesso di una persona trans può corrispondere al suo genere

Spesso il modello non considera che il sesso di una persona trans può corrispondere alla sua identità di genere. Le operazioni di riassegnamento del sesso sono una realtà che diventa sempre più accessibile, e molte persone transgender hanno un sesso che si adegua perfettamente alla loro identità.

Non tutte le persone transgender hanno un’identità binaria. Avere  “ormoni femminili” e “genitali maschili” può essere esattamente il sesso con cui una persona si identifica. [3]In realtà, anche la categorizzazione delle parti del corpo in “maschili” e “femminili”, spesso, non è necessaria. Per motivi di algoritmi, tendo ad evitare nomi di organi, … Continue reading)

6. Considera solo caratteristiche immutabili

Considerando solo il sesso assegnato alla nascita (che viene ribattezzato “sesso biologico” per dare un’aria scientifica) e l’identità di genere, non si dà attenzione alle cose che si possono mutare. Il sesso anatomico, il sesso legale, l’apparenza, il ruolo sociale e l’espressione di genere sono il centro della maggior parte delle transizioni.

La definizione di “transgender” si concentra su concetti statici, perché unisce più persone possibili sulla base della loro oppressione. Tuttavia, l’assegnamento di genere è solo il primo dei molti ostacoli che affrontiamo.

7. Non responsabilizza le persone cisgender.

Grazie a questa aria di immutabilità, si consiglia solo di rispettare il genere grammaticale(importantissimo), ma non si consiglia di aiutare in altri modi. Ad esempio, raramente si invita a proteste per cambiare la legge attuale sulla transizione legale. Non si parla della protezione della privacy delle persone trans. Non si punta il dito chiaramente sulla transfobia. La lista delle definizioni è totalmente apolitica.


Seconda parte: su cosa ci dobbiamo concentrare, invece?

Invece che parlare della differenza tra sesso e genere, dovremmo parlare di:

  1. Il concetto di essere liberi e autonomi di vivere in modo autentico. Andando oltre al “born this way”.
  2. Spiegare che per una persona trans, il proprio genere può essere naturale e innato come lo percepiscono le persone cis.
  3. L’idea che essere uomo o donna, e più ampiamente il genere di una persona, dipende da caratteri di natura sociale e psicologica, e non da una categorizzazione arbitraria sulla base dei genitali.
  4. Far capire che genitali e i cromosomi di una persona sono ampiamente irrilevanti.
  5. Comunicare che le caratteristiche sessuali di una persona sono una informazione privata.
  6. Spiegare che non puoi capire tutte le caratteristiche sessuali di una persona guardandola.
  7. Accedere a cure di genere è essenziale per molte persone trans, perciò sostenere che le persone trans dovrebbero essere libere di scegliere a quali accedere, senza subire limitazioni esterne, e senza doversi medicalizzare forzatamente.
  8. Insegnare alle persone cis ad essere discrete, e di evitare di fare outing alle persone trans (ad esempio, evitando di fare scene quando i documenti di una persona non corrispondono al suo aspetto).
  9. Spiegare quali sono le difficoltà reali di una persona trans, e come si può aiutare. Incitare a combattere apertamente la transfobia nelle leggi e nelle interazioni.
  10. Informare, in termini generali, sulla reale complessità della biologia umana, e su come le categorie inventate migliaia di anni fa non sono adatte a descrivere la realtà moderna. (Vedi: Sex Redefined di Scientific American.)) )
  11. Insegnare come non mettere a disagio una persona trans, anche qui, andando oltre ai pronomi.
  12. Far capire che tutto il genere, non solo quello delle persone trans, è socialmente costruito, e che non sono i cromosomi a rendere la gente cis uomini e donne, ma un complesso sistema di interazione con la società in cui si vive.
  13. Il fatto che evitare di vedere il genere come una condanna biologicamente imposta, e renderlo invece qualcosa che può portare gioia, dà benefici ad ogni essere umano.
  14. Far notare che l’assegnamento del genere è una imposizione, e che nessuno nasce “uomo” o “donna”. [4]ne parlo qui: Capitolo 7 – Assegnazione del sesso

Conclusioni

Insegnare termini accurati è sicuramente utile nel permettere la discussione di concetti legati alla transessualità. Insegnare termini approssimativi lo è molto di meno. La differenza tra sesso e genere rientra in questa seconda categoria.

Se alle definizioni non si accompagna uno sforzo per superare gli assunti transfobici, si ottiene solo che la gente cisgender ha un sacco di termini nuovi per sostenere tesi oppressive.

References

References
1 La scioccante storia del concetto di Genere, Capitolo 1 – Genere
2 Cartesio era un filosofo che pensava che l’anima e il corpo di una persona si trovassero in due realtà separate
3 In realtà, anche la categorizzazione delle parti del corpo in “maschili” e “femminili”, spesso, non è necessaria. Per motivi di algoritmi, tendo ad evitare nomi di organi, ma anche i termini scientifici effettuano una divisione per genere. Ad esempio, ecco un Articolo scientifico sull’utilizzo del termine “prostata femminile” (EN
4 ne parlo qui: Capitolo 7 – Assegnazione del sesso

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