Non c’è bisogno di risonanze magnetiche per provare l’esistenza delle persone trans

I cervelli delle persone trans sono nuovamente al centro delle notizie, grazie in parte alla recente presentazione di Julie Bakker, una ricercatrice di endocrinologia all’università di Liège. Ma è vero che l’attività cerebrale di una persona indica il suo genere, e può predire se un bambino sarà trans da adulto?

Immagine di un cervello colorato di rosa e azzurro, i colori della bandiera trans.
Getty Images

Questo articolo è la traduzione dell’articolo Why We Don’t Need Brain Scans to Confirm Trans People Are Actually Trans, di Sophie Searchy. In questo testo, critica la nozione pseudoscientifica che attraverso analisi del cervello si può confermare l’esistenza della transessualità, o negarla.

Il lavoro che Bakker ha presentato include ricerche che misurano l’attività cerebrale in quattro gruppi di bambini: bambine transgender, bambini transgender, bambine cisgender e bambini cisgender.[1]la parola cisgender indica una persona che si identifica con il genere assegnato alla nascita.

L’obbiettivo era di rispondere a domande come: i bambini trans hanno attività cerebrali simili alle bambine cisgender, ai bambini cisgender, entrambi, o nessuno dei due?

Da Telegraph a Pink News, il lavoro è stato celebrato. Secondo Bakker, conferma che i bambini trans “mostrano caratteristiche cerebrali funzionali che sono tipiche del genere desiderato.”

Stessi cervelli, stessi diritti?

A primo sguardo, la ricerca sembra favorire l’avanzamento dei diritti transgender. Bakker, a Telegraph, ha dichiarato che “Saremo maggiormente preparati a supportare questi giovani, anziché mandarli da uno psichiatra e sperare che il loro malessere sparisca spontaneamente.”

Su Newsweek, Bakker ha propagandato le implicazioni diagnostiche della scoperta: “Prima ci si rende conto [che qualcuno è transgender], migliore sarà il risultato del trattamento.”

Tuttavia, queste conclusioni si basano su una comprensione riduttiva e inaccurata delle differenze sessuali nel cervello. Questa prospettiva di ricerca sui cervelli trans, svende gli obbiettivi a lungo termine dei movimenti per i diritti transgender, per ottenere articoli di giornale.

Esistono cervelli maschili, o il cervelli femminili?

La ricerca si chiede se il cervello di una persona trans è più simile a quello del genere assegnato alla nascita, del genere attuale, o a nessuno dei due. Questa domanda, però, è posta male. Perché questa domanda abbia senso, i cervelli cisgender devono poter essere messi in categorie distinte, un cervello maschile e un cervello femminile, e non è così.

Sono presenti, da anni, studi che intendono trovare differenze sessuali nel cervello, sulla base della risonanza magnetica funzionale. Nonostante questo, la letteratura a riguardo ha probabilmente un bias, e favorisce gli studi che trovano differenze sessuali, rispetto a quelli che non ne trovano.

Uno studio condotto da Sean P. David, ricercatore in medicina a Stanford, ha effettuato una meta-analisi di 179 articoli che riportano risultati sulle differenze sessuali nelle immagini cerebrali.

Se ci sono veramente differenze sessuali da più punti di vista, allora gli studi che includono più partecipanti dovrebbero trovare più differenze. Tuttavia, David e i colleghi hanno notato che non si trovavano differenze maggiori, man mano che gli studi includevano più partecipanti.

I cervelli non sono binari

Non solo esiste la possibilità di un bias negli studi esistenti su questo argomento, ma i lavori più recenti sembrano confutare l’idea che i cervelli maschili e i cervelli femminili siano categorie distinte.

Un gruppo di ricerca guidato da Daphna Joel ha concluso uno studio che ha analizzato il cervello di 1400 partecipanti. “I cervelli con caratteristiche che si posizionano consistentemente in un estremo dello spettro di “mascolinità/femminilità” sono rari.” hanno riassunto. “Invece, la maggior parte dei cervelli sono composti da un mosaico unico di caratteristiche, alcune più comuni nelle donne, altre più negli uomini, altre comuni in entrambi i gruppi.”

Perché gli studi che scansionano i cervelli trans non funzionano

Gli studi di Bakker si basano sulla premessa che ci sono gruppi distinti di cervelli maschili e di cervelli femminili tra le persone cisgender, e sulla possibilità di paragonare i cervelli delle persone trans a questi modelli.

Come abbiamo visto, questa premessa non è valida. Inoltre, mentre si pensa che i risultati di Bakker siano una vittora per i bambini trans, in realtà questo tipo di ricerca rischia di mettere in dubbio l’accettazione delle persone trans in generale. Non c’è bisogno di validare le identità trans attraverso il cervello, ma c’è bisogno di credere alle persone trans quando esprimono il proprio genere.

Se si scoprisse il contrario?

Bakker suggerisce che il suo lavoro può portare all’accettazione delle persone trans, perché mostra che i cervelli degli adolescenti sono simili ai cervelli dei loro coetanei cisgender. Ma cosa succederebbe se si scoprisse il contrario? Se Bakkers avesse scoperto che i cervelli degli adolescenti trans sono più simili a quelli delle persone dello stesso sesso di nascita, o diversi da entrambi? A rigor di logica, questo renderebbe meno legittime le richieste della popolazione transgender. Se questo è vero, i ricercatori stanno giocando con il destino e le vite delle persone trans. Stanno conducendo ricerche che, in base a queste interpretazioni, potrebbero mettere in dubbio la validità delle identità trans.

Questo non è puramente ipotetico. In uno studio del 2017, Bakker e i colleghi hanno dedotto, da una ricerca simile, che “gli adulti con disforia di genere sono diversi sia da donne che da uomini cisgender”.

In altri termini, il cervello di un adulto transgender sembra essere diverso dal cervello degli adulti cisgender di entrambi sessi. Nella stessa ricerca, ci sono stati risultati ambigui sugli adolescenti.

Hanno controllato nove regioni del cervello per le ragazze trans, e nove per i ragazzi trans. Di queste diciotto regioni, i ricercatori hanno trovato differenze significative in sole otto. Un’area in cui le femmine trans sono diverse da maschi e femmine cis, due aree in cui le femmine trans sono simili alle femmine cis, e un’area in cui i maschi trans sono simili ai maschi cis.

Insomma, se basiamo la validità dell’identità di genere, con le similarità ai cervelli cisgender, cosa significano questi risultati ambigui?

Come sono i cervelli delle persone non binarie?

Non solo questa interpretazione mette le vite trans alla mercé dei risultati di questi studi, ma ignora le persone trans non binarie. Se i cervelli delle persone trans binarie devono essere simili a quelli delle persone cis dello stesso genere, come devono essere i cervelli non binari? Secondo questa linea di pensiero, il loro fato dipende dall’avere cervelli che si mostrano diversi da entrambi i gruppi. Allo stesso tempo, non è chiaro quante differenze sarebbero necessarie per validare le identità non binarie.

Possiamo capire il genere di una persona in base al suo cervello?

Combiniamo il fatto che le scoperte di questi studi sono varie e contraddittorie, e una visione più profonda delle differenze sessuali nei cervelli delle persone cisgender: non è possibile usare le immagini cerebrali per diagnosticare i bambini transgender. Gli studi, già nominati di Joel, indicano che non saremmo neanche capaci di identificare il sesso delle persone cis, basandoci sulle scansioni cerebrali. Se non siamo in grado di capire il genere o il sesso di una persona cis, guardando il suo cervello, non possiamo usare questo metodo per paragonare persone cis e trans. E ancora meno, per riconoscere le persone non binarie.

In conclusione

Le ricerche sui cervelli trans cercano di misurare le persone trans sulla base di uno standard cisgender, che è stato dimostrato essere un’illusione. La legittimità delle identità trans non dipendono dalla somiglianza con i cervelli cis. Non abbiamo bisogno di migliaia di dollari per diagnosticare le persone trans. Informando i bambini sulle identità trans e rimuoviamo gli stigma, possiamo semplicemente credere ai bambini quando ci dicono chi sono.

Dobbiamo lavorare per porre fine ai doppi standard, e alle barriere per accedere alle cure mediche, non perché ce lo dice una risonanza magnetica, ma perché il vero progresso è necessario per la salute e felicità della popolazione trans. Ed è imperativo che questo progresso includa le esperienze di vita di tutte le persone trans, incluse quelle non binarie.

Leggi di più

La scioccante storia del concetto di Genere

L’anatomia non è destino: l’eugenetica e la politica LGBTQ

Sfatando i miti dei cromosomi sessuali

Fonti autorevoli

Chi è Sophie Searchy?

Sophie Seachy è una data scientist a Metis dove insegna e lavora per rendere il suo campo di studi più responsabile. Lavora a Brooklyn e forse, un giorno, finirà di lavorare al suo dottorato in psicologia.

References

References
1 la parola cisgender indica una persona che si identifica con il genere assegnato alla nascita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.